Post it! Due blogger e un microfono

Ciao Professore

Per spiegare a tutti chi io stia salutando e perchè, copio e incollo il testo che stamattina ho buttato giù per dare la comunicazione sul sito ufficiale dell'università:

Ieri sera è venuto a mancare per un malore improvviso il professor Massimo Baldini, preside della Facoltà di Scienze Politiche e docente di Semiotica, di Teorie e tecniche del linguaggio giornalistico e radiotelevisivo e di Semiotica dei linguaggi specialistici.
Gli studenti, i docenti, i collaboratori, increduli e addolorati, si stringono nel ricordo di un uomo appassionato, disponibile, modesto, sempre pronto a considerare le cose al di là delle apparenze, facendo della relazione tra significato e significante una lente per l'osservazione del mondo.
Ai suoi allievi lascia, tra le tante lezioni di vita, l'insegnamento del valore dei fatti, l'importanza delle buone teorie e soprattutto quella dello sguardo critico sulla realtà.
Condividiamo il dolore dei famigliari e troviamo estremamente difficile salutare il professor Baldini, che non gradiva gli aggettivi, proibiva gli avverbi e amava gli aforismi. Ogni frase di commiato sarà sempre troppo lunga e troppo vuota per una persona che sapeva dire esattamente quello che doveva dire con le parole adatte, nel giusto numero e con il giusto tono.
Massimo Baldini non chiedeva mai ai suoi studenti quali libri avessero letto, ma quali avessero riletto. Sfogliando uno tra quelli da lui più amati, "Detti e contraddetti" di Karl Kraus, abbiamo trovato "due verità e mezzo" da dedicargli.
La prima rappresenta l'insegnamento che sicuramente ci avrebbe dato, se fosse stato qui a correggere il nostro scritto: "Bisogna scrivere ogni volta come si scrivesse per la prima e l'ultima volta. Dire quanto sarebbe giusto per un congedo e dirlo così bene come per un debutto".
La seconda, che non possiamo non leggere nel suo amaro significato connotativo, recita così: "Quanto materiale avrei, se non ci fossero i fatti!".
Il professor Baldini amava dire che "la buona università la fanno i buoni studenti". Noi, dopo aver avuto il privilegio di conoscerlo, diciamo che essa è fatta anche dall'impegno e dalla passione di persone speciali come lui.
Grazie, Professore.


Ero veramente affezionata a lui.
Era una persona unica.
E' tutto il giorno che mi commuovo ripensando a tutto, e nell'irragionevolezza del dolore nemmeno le parole mi assistono più. Meglio limitarmi a riportare un testo compiuto. Per tutto il resto c'è il mio blog personale, che subirà gli effetti della giornata di oggi e in parte, confusamente, già ne è stato toccato.
Mi sembrava doveroso ricordarlo anche qui. Questa trasmissione era ispirata grandemente dai suoi insegnamenti, e un giorno speravo di averlo con noi, dietro al microfono, a parlare di tutto, nel modo incantevole e ammaliante nel quale lui soltanto sapeva parlare di qualsiasi cosa.
Professore, sono molto fortunata per averla conosciuta. Speravo, un giorno, che anche lei potesse conoscermi meglio. Dopo la tesi, negli anni, nelle conversazioni. Chissà cosa pensavo. La certezza che ora questo non sia più possibile mi riempie di sconforto.
Mi auguro che ovunque sia lei possa sentirmi. Che possa capire quello che ha fatto nascere in me, e come in me in tutti i suoi allievi. Per i quali è stato un mentore, più che un insegnante.

Ciao Professore. E grazie.
Mi mancherai da morire.
Francesca.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non è da tutti i professori avere una lettera come questa da una studentessa, ne sarebbe fiero.

Fraffri ha detto...

Grazie. Sono appena tornata dalla cerimonia, distrutta. Abbiamo scritto un altro saluto, un po' più esaustivo. Spero che, ovunque si trovi, abbia sorriso ascoltandoci mentre lo leggevamo.
F.

Squilibrato ha detto...

Arrivederci, professore.